In un mondo digitale che sfrutta un marketing multicanale, abilitato per l’audio e interconnesso, gli utenti sono condizionati e investiti da input acustici e visivi congiuntamente. Le aziende si stanno chiedendo: “Quali sono i modi più efficaci per trasmettere la nostra brand identity in uno spazio ormai saturo di informazioni?”.
L’audio branding (se vuoi un ripasso sulle basi, sfoglia l’articolo Che cos’è l’audio branding? oppure ascolta il podcast su Spotify) in questo caso permette ai clienti di definire valori, aspirazioni e personalità del proprio brand di riferimento, sfruttando uno spazio, quello acustico, che invece è ancora poco saturo e dal grande potenziale.
Ma come agisce l’audio branding? Ce lo spiegano il marketing emozionale e il marketing sensoriale.
Il Marketing emozionale
Il marketing emozionale consiste nel fornire un’esperienza memorabile al cliente che, una volta coinvolto, supera le proprie aspettative e si ricorda dell’esperienza stessa, anticipando inconsciamente i propri desideri futuri.
L’audio branding è una pratica innovativa di questa branca del marketing, che produce un modo poco invasivo ma altamente efficace di caratterizzare un marchio. Pochi semplici suoni possono infatti influire profondamente sulle decisioni dei consumatori, attraverso la costruzione di un ponte emotivo e di un’esperienza sensoriale (e di senso) fondata su basi scientifiche.
Chi lavora nel marketing sa bene che per guadagnarsi l’attenzione di qualcuno bisogna offrirgli prima di tutto un’esperienza significativa, ma perché l’audio è così adatto?
Gli studi scientifici alla base del marketing emozionale
Studi neuroscientifici dimostrano come l’udito sia immediatamente collegato al processo di associazione mentale e come il suono agisca emotivamente su quelle aree del cervello che portano a prendere decisioni.
Gli stessi studi, basati sul potere dell’audio di innescare il ricordo, mostrano anche che all’aumentare delle informazioni trasferite tendiamo ad assorbire di più la componente emotiva del messaggio che riceviamo, rispetto a quella cognitiva. Per questo tra le pubblicità più memorabili di sempre ci sono tutte quelle che sappiamo canticchiare a memoria.
È quindi appurato che i suoni sono la via più veloce per una connessione emozionale: bastano pochi secondi per legare con un cliente, e quando l’obiettivo di un direttore marketing è costruire un rapporto emozionale tra i clienti e il brand, non c’è quasi altro strumento o tecnica che possa competere con l’audio per efficacia ed efficienza.
Il Marketing sensoriale
Il marketing sensoriale invece si basa su strategie e stimoli sensoriali mirati per fornire al cliente un’esperienza degna di nota, volta alla creazione di un’identità di marca univoca e di un’immagine del brand unica e distintiva.
Studi accademici recenti dimostrano che esiste una diretta correlazione tra il suono che si percepisce e i prodotti o servizi che si vogliono acquistare.
E oggi ancor di più, in un mondo in cui la monetizzazione non è esclusivamente legata all’utilità del prodotto, bensì all’esperienza, non c’è niente di più veloce del suono per creare una connessione sensoriale ed emotiva con un brand.
In più, in un mercato in cui l’attenzione dei potenziali clienti va catturata nell’immediato, l’audio branding rappresenta una strategia ad alto impatto.
Questo avviene perché lo scambio multisensoriale che si genera quando il cliente incontra anche il suono di un brand, stimola il centro emozionale del cervello, rievocando ricordi e facendo sì che il marchio lasci la sua impronta profonda e duratura.
L’audio branding è una questione di “mood”?
Gli ultimi studi in questo ambito hanno spostato l’attenzione sulla cosiddetta mood induction esercitata dal suono.
Un mood è forse meno intenso di un’emozione e può essere più difficilmente riconoscibile, ma si è visto che un mood positivo modifica facilmente certi comportamenti tipici dei consumatori, come venire a conoscenza di un prodotto desiderato, riuscire a trovarlo subito, o decidere di provarlo.
Così, la coerenza tra i suoni e la comunicazione è un’altra dimostrata causa della nascita di interesse verso un prodotto o un servizio.
Se sei un consumatore sicuramente sei già stato a contatto con i suoni delle aziende infinite volte, quanto credi che ti abbiano influenzato? Ti stupiresti a sapere che lo hanno fatto molte volte.
Se hai un’azienda invece, hai mai pensato di competere in questo campo? Sappi che una sound identity ce l’hai già, che tu la gestisca attivamente o meno. Ma non sfruttarla ti lascia solo indietro rispetto ai tuoi concorrenti.